Sant’Antuono e la Mater Matuta: Culto religioso e Mito, uniti dalla riscoperta delle proprie radici

Battuglia di Pastellessa su un carro di Sant'Antuono
Battuglia di Pastellessa su un carro di Sant’Antuono

Una delegazione dell’Associazione Sant’Antuono & le Battuglie di Pastellessa, ONG di Macerata Campania accreditata presso l’UNESCO per l’impegno nella tutela delle tradizioni legate al culto di S.Antonio Abate, si è recata in visita al Museo Campano di Capua per adottare una Mater Matuta, condividendo con l’Associazione Capuanova il progetto di valorizzazione dei tesori e delle buone pratiche di Terra di Lavoro.

“Abbiamo accolto con piacere l’invito di Andrea Vinciguerra, presidente di Capuanova, di adottare una Madre. C’è un filo sottile che unisce la nostra città e le nostre tradizioni con Capua e le sue Madri. La tradizione delle battuglie di pastellessa, con gli oltre 1000 bottari – spiega il segretario dell’Associazione ing. Vincenzo Capuano – che si esprime con la percussione di botti, tini e falci, rappresenta il punto cardine della festa di Sant’Antuono a Macerata Campania e ha una radice molto antica ed uno stretto collegamento con le Matres Matutae”.

In antichità, ha spiegato il segretario, botti, tini e falci venivano percossi dai maceratesi per risvegliare la terra e propiziare un buon raccolto, un rituale pagano che con il tempo è confluito nella festa in onore di Sant’Antonio Abate. La festa, infatti, si colloca in un periodo in cui in epoca precristiana si celebravano cerimonie durante le quali si eseguivano antichi riti per propiziare le divinità preposte alla fecondità e alla fertilità, come la Mater Matuta che nella mitologia romana era la dea del mattino o dell’aurora e quindi protettrice della nascita degli uomini e delle cose.
Un culto, questo, presente a Capua antica in una zona poco distante da Macerata Campania.
Macerata è stato un casale di Capua per diversi secoli. Secondo il vescovo Francesco Granata, la città di Capua antica si estendeva in un territorio di circa sei miglia e nel XVIII secolo era occupato dai casali di Santa Maria Maggiore, San Pietro in Corpo, Curti, Macerata e Sant’Andrea de’Lagni.
Il fondo Patturelli, luogo di ritrovamento delle Matres Matutae, nel territorio di Curti, si colloca a meno di 2 km dal centro di Macerata. Una tale vicinanza alimenta l’ipotesi secondo la quale il rituale delle battuglie di pastellessa possa derivare, appunto, da un culto preesistente a Macerata come quello delle Matres Matutae e con molta probabilità legato all’Aedes Alba “Matuta, luce del mattino”, il cui tempio era in territorio maceratese presso la località Casalba.

Presenti all’adozione, in rappresentanza dell’Associazione Sant’Antuono & le Battuglie di Pastellessa, il presidente Alfonso Munno, il vicepresidente Domenico Salzillo, il segretario ing. Vincenzo Capuano e il prof. Michele Antonio Piccirillo.

Guarda le foto della visita alle Matres Matutae

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