Cesare Borgia, mette a ferro e fuoco la città ” Il Sacco di Capua”

24 Luglio 1501

Nella lotta tra Francia  e Spagna per la conquista del Regno di Napoli Cesare Borgia, luogotenente del Re di Francia, dopo un terribile assedio a Capua durato  più giorni e fingendo di accettare la pace, mette a ferro e fuoco la città perpetrando una strage senza scampo per i capuani. Ci furono 4000 morti  e un ricordo perenne dei fatti.

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Il sacco di Capua del 24 luglio 1501 rappresenta ancora oggi una delle pagine più drammatiche della storia d’Italia e d’Europa, tenuto conto della presenza alle operazioni militari dell’esercito di Luigi XII, della soldataglia di Cesare Borgia e degli interessi di Ferdinando il Cattolico. Sarà  proprio lo spietato duca Valentino a dare il colpo di grazia alla Regina del Volturno, perpetrando un massacro senza precedenti a danno della popolazione inerme, che arrivò a contare alcune migliaia di vittime. Bande armate di “spagnoli, francesi, mori, cacciati dal regno di Granata, hebrei, alemani, tedeschi, svevi, svizzeri, brittanni, scozzesi, guasconi, brittoni, piccardi, normanni, banditi et ladroni di diverse nationi” si macchiarono di azioni indegne di uomini! L’Autore narra i fatti in maniera avvincente e con un notevole apporto di documenti inediti, che rendono ancora più agghiacciante il racconto della memorabile strage, di cui si celebra ogni anno nella Città  l’anniversario con grande concorso di popolo. Non vengono trascurati dallo studioso pure alcuni significativi episodi di sacrificio, di eroismo e di santità , che rivivono dolorosi ancora oggi nella memoria dei capuani, come per esempio l’olocausto dei soldati, dei cittadini, delle suore violate, dei religiosi fatti a pezzi, dei sacerdoti torturati, tra cui non venne fatta eccezione neppure per l’arcivescovo. Bova, da osservatore attento dei fatti da più angolazioni della realtà , si interroga anche sulla dispersione di alcuni antichi codici e sulla perdita di alcuni oggetti sacri, tra etti un prezioso tabernacolo d’argento, donato al Capitolo nel 1488 dal grande arcivescovo di Capua Giordano Gaetano d’Aragona, con le sue armi impresse.

 

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